Equilibrio Acido-Base

“L'espressione Equilibrio Acido-Base, in biologia, indica l'insieme dei processi fisiologici che l'organismo mette in atto, per mantenere al suo interno un livello di acidità compatibile con lo svolgimento delle principali funzioni metaboliche. Grazie a questi processi, il PH del sangue è normalmente mantenuto su valori compresi tra 7,35 e 7,45. Molte reazioni chimiche sono influenzate dall'acidità della soluzione, in cui esse avvengono. Affinché una reazione possa avvenire, o possa avvenire con una determinata velocità si deve controllare il PH al quale la reazione avviene. Tale controllo è esercitato dalle “soluzioni tampone” che hanno la caratteristica di opporsi, a drastiche variazioni di PH dopo l'aggiunta o la rimozione di piccole quantità Ioni H+ o OH-. Le reazioni biochimiche sono particolarmente sensibili al PH infatti, le molecole biologiche contengono gruppi di atomi che possono caricarsi o essere neutri in funzione del PH e ciò ha effetto sull'attività biologica della molecola.” (Fonte Wikipedia).

Il PH con valore 7 è definito neutro, da 0 a 7 è definito PH acido e da 7 a 14 è definito PH alcalino. Il sangue quindi è leggermente alcalino.

 

Perché mi interessa questo meccanismo ed i suoi effetti? Perché in questo, gioca un grande ruolo la nostra ALIMENTAZIONE.

Sappiamo che il PH sanguigno è molto stabile (come scritto sopra, subisce minimi scostamenti rispetto al valore base di 7.41). Questo avviene, perché ci sono dei meccanismi tampone che si occupano di regolare il valore del PH. Questo vuol dire che un eccesso di acidità viene espulso dal corpo in vari modi (3 sistemi: dei liquidi corporei, polmonare e renale) e quello più facilmente misurabile è quello renale, perché è sufficiente misurare il PH delle nostre urine. Quindi, generalmente si dice che fino a che il PH del sangue è stabile, di certo la nostra salute è salva.

Se il PH urinario è elevato significa che il rene ha dovuto lavorare per questo risultato. Significa che con l’urina elimino parte dell’acidità che altrimenti avrebbe alterato il mio sangue.

Quindi mi chiedo, e se io non facessi fare questo lavoro al mio organismo? Se riuscissi a ridurre il carico di lavoro facendo attenzione a quello che entra nel mio corpo, sarebbe sicuramente un vantaggio per il mio organismo: minore dispendio di energia e minore rischio di portare gli organi interessati a ripulire il sangue, ad “intasarsi”. Ecco che a questo punto entra in gioco l’alimentazione, cioè quello che entra nel nostro corpo, che assimiliamo e che di conseguenza entra a far parte del corpo.

È noto che ci sono alimenti che tendono ad incrementare l’acidità ed altri che tendono a diminuirla. Con questa consapevolezza abbiamo uno strumento per prenderci cura del nostro corpo e che ci protegge, permettendoci di ammalarci di meno e di resistere molto meglio agli attacchi che il nostro corpo può subire.

Ci sono già moltissimi studi che documentano come la variazione anche piccolissima (non solo una variazione grande, come si riscontra nelle patologie molto gravi) del PH (logaritmo negativo in base dieci della concentrazione idrogenionica*), possa creare una serie di disturbi che ci sono, infatti, noti come i reumatismi, i disturbi artitrici, la gotta, le gastriti, le ulcere, l’osteoporosi, ecc…

Per portare in equilibrio il PH sanguigno, il corpo espelle in parte l’acidità e successivamente passa a richiamare i minerali presenti nel corpo, riversandoli nei liquidi corporei (sangue, linfa, liquidi intercellulari). Questo meccanismo è obbligatorio per riportare il PH sanguigno al giusto valore, ma certamente va a discapito di tutto l’organismo che si è impoverito di minerali.

Qualcuno sostiene che basta semplicemente reintegrarli… e se invece imparassimo a non sprecarli? Non è sempre semplice ed immediato reintegrarli, anche perché potremmo avere difficoltà di sapere quanti ne perdiamo costantemente. Sicuramente, arrivati a questo punto, una cosa intelligente da fare è cercare di non perderli inutilmente!

 

Questo è uno dei meccanismi che lega l’alimentazione con la salute del nostro corpo, quindi non solo il suo aspetto (grasso, magro, ecc…) ma anche il suo funzionamento, fino a poter influenzare la comparsa o la scomparsa di disturbi o di vere e proprie patologie.

In effetti, in tutti gli stati morbosi si registra un forte aumento dell’acidità tissutale dovuto all’accumulo di tossine che possono derivare da infezioni, reazioni allergiche, assunzione di farmaci, errori alimentari, che aggiungono valenze acide a quelle prodotte normalmente dal nostro metabolismo.

Come abbiamo visto, il PH sanguigno è molto stabile. Il PH dei tessuti può subire forti variazioni, influenzando lo stato di salute e la sensazione di benessere.

Tutto questo deve essere approfondito, poiché è un importante tassello del puzzle della nostra salute.

 

* matematicamente significa che ad una piccola variazione del valore del logaritmo, corrisponde una grande o molto grande variazione, della concentrazione di ioni nella soluzione.

 

Alberto Zuccolo

 

Bibliografia:

  • https://www.sergioalbanese.it/i-consigli-dello-specialista/alimentazione/equilibrio-acido-base
  • Christian Franceschini, Il cibo degli Dei – Alimentazione per l’evoluzione del corpo e della mente, Ananda Márga Edizioni.
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Equilibrio_acido_base
  • https://giornaleitalianodinefrologia.it/2016/12/acidosi-metabolica
  • https://www.viafarmaciaonline.it/blog/post/l-acidosi-e-l-equilibrio-acido-base/
  • http://www.carlolazzarini.it/diagnosi_e_terapie.asp?IDcat=3&IDrec=24
  • https://www.acidosimetabolica.it/acidosi-tissutale-squilibrio-acidosico-ormonale/

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